Paco Rabanne nasce a Francisco Rabaneda Cuervo in Spagna nel 1934. Verso la metà degli anni sessanta, in concomitanza con la Guerra del Vietnam, divampò in tutta Europa il movimento di protesta giovanile che raggiunse la sua apoteosi nel 1968. La contestazione giovanile, avviò una vera e propria rivoluzione culturale anche nel campo della moda e del costume e cominciò a diffondersi l’idea di un vestire più comodo e informale. In questi anni si inserì lo stile di
Paco Rabanne. Si iscrisse alla Scuola di Belle arti di Barcellona per diventare architetto, ma rimase affascinato dalla Pop Art, dal Dadaismo e dalle opere in materiali innovativi come il neon, la plastica, il ferro, tanto che quando si avvicinò al mondo della moda, creò accessori per
Roger Model, Charles Jourdan, giungendo infine a Balenciaga.
Nel 1964 aprì la sua casa di moda inaugurando la sua prima collezione con abiti fatti soprattutto in
“rhodoïd”,
un materiale plastico rigido e a basso costo, colorabile e facile da tagliare. Il tutto era tenuto insieme da anelli metallici: non più ago e filo ma strumenti sartoriali quali pinze e ganci. Convinto che la creatività non è seduzione ma shock, introdusse un altro elemento nelle sue collezioni,
le modelle erano di colore, mai viste prima nell’alta moda, ma non solo, fu anche il primo stilista in assoluto ad usare la musica nelle sue sfilate. La sfilata fece scandalo e se ne parlò su tutta la stampa internazionale, tanto che la stessa
Cocò Chanel disse:
“Questo non è un sarto, ma un metallurgico!”.
Ma il successo arrivò nel 1966, q
uando presentò dodici “vestiti importabili in materiali contemporanei”. Una linea ricca di accostamenti impensabili e irriverenti; lo stilista usò della carta, tenuta insieme da una rete di nylon, legata con fasce adesive in jersey di alluminio a ricordare i merletti, oppure in piume attaccate a nastri o a strisce di pelliccia lavorata a maglia con virtuosismi metallici. Per gli abiti da sera scelse sottilissimi tubi in plastica, mentre immaginò gli abiti da sposa in rettangoli di rhodoïd opalescente con caschetti in metallo, iridati turbanti e antenne e fronzoli in plexiglass e alluminio.
Uno stile decisamente provocatorio quello di Rabanne.
La donna che veste al meglio questo stile è una donna magra e slanciata, con molto coraggio, che non tema, il caldo, il freddo e la scomodità, lo stesso artista spiega: “i miei modelli sono come delle armi” e ancora “Quando sono chiusi si ha come l’impressione di udire il grilletto di un revolver”. Il mondo dello spettacolo rimase impressionato dal suo stile. Grandi personaggi come ad esempio
Audrey Hepburn nel film
“Due per la strada”, vestì uno dei suoi modelli, mentre 1966 vestì
le ballerine del Crazy Horse e nel 1968 fece indossare alla cantante
Françoise Hardy un abito in lamine d’oro con incrostazioni di diamanti, per finire con
Jane Fonda, che nel film Barbarella, indossò un cortissimo e sensuale abitino in stile medievale fatto in maglia di metallo.
La profezia di Rabanne terminò con l’ipotesi di abiti biodegradabili, sull’onda delle nuove idee che inneggiavano al salvataggio della natura. Molti ancora oggi si ispirano a lui e allo sbarco sulla luna per la creazione di abiti siderali che mandano bagliori luminescenti. Nel 1999 chiuse definitivamente la sua maison e si ritirò dal monda della moda.
Paco Rabanne...non solo moda!
Paco Rabanne: Top colletto gioiello
Voto medio: 3.5, basato su
3 recensioni
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